CASO DORIGO: CHIESTA SOSPENSIONE
PENA E REVISIONE PROCESSO
Cronaca Interna 12/5/2005 13:14
PM CHIEDE QUESTIONE COSTITUZIONALITA' PER ARTICOLO 629 CPP
(ANSA) - UDINE, 5 DIC - Sospensione dell' esecuzione della
pena e invio degli atti alla Procura di Udine per il processo di
revisione per Paolo Dorigo, il militante comunista veneziano
condannato a 13 anni di reclusione per l' attentato alla base di
Aviano (Pordenone) del 1993: lo hanno chiesto congiuntamente
oggi accusa e difesa, nel corso dell' udienza in camera di
consiglio svoltasi davanti alla Corte d' assise di Udine, che si
e' riservata di decidere in giornata.
L' udienza, secondo quanto ha riferito all' Ansa Vittorio
Trupiano, uno dei legali di Dorigo, era stata chiesta dalla
Procura udinese al Tribunale, competente per l' esecuzione della
pena. La sollecitazione - e' stato rivelato in aula - era giunta (IN REALTA’ DA UNA
SENTENZA DI CASSAZIONE DEL 22-9-2005)
dalla rappresentanza del Governo presso il Consiglio d' Europa,
sulla base della dichiarazione di illegittimita' della sentenza
del 1996, emessa dalla Corte europea di giustizia.
Il pm Renato Bianco - sempre secondo quanto riferito dal
legale di Dorigo - ha chiesto al collegio giudicante l'
applicazione di quanto deciso in sede europea, sospendendo la
pena e avviando la revisione del processo. Il magistrato ha
pero' chiesto inoltre che i giudici sollevino una questione di
illegittimita' costituzionale relativamente all' articolo 629
del codice di procedura penale, che non prevede la revisione dei
processi in base alle sentenze della Corte Europea. Se la Corte (PROPOSTA DI LEGGE VACANTE E
RIMODELLATA SULLE ESIGENZE
DELL’ “ANTIMAFIA” IN PARLAMENTO DALL’OTTOBRE 2001 – AGOSTO 2002)
d' assise dovesse accogliere
questa richiesta, e quindi
ritardare la propria decisione, Trupiano ha preannunciato che
chiedera' immediatamente la sospensione della pena per Dorigo.
Arrestato nel 1993 e condannato definitivamente in cassazione
nel 1996, ha ottenuto nel marzo scorso la detenzione domiciliare
da parte del Tribunale di sorveglianza di Perugia per problemi
di salute. La Corte di giustizia europea aveva dichiarato
illegittima la condanna per la mancanza del contraddittorio con
l' accusatore, il pentito Angelo Dalla Longa.