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Sabato 22-10-05 a Verona in via
Galvani, nei pressi del negozio nazi-fascista Black Brain di proprietà di
Guglielmo Mancini aderente al VenetoFront Skinheads, un compagno
antifascista si è imbattuto in un gruppo di almeno 5 fascisti, uno dei
quali scarcerato da pochi giorni per l’aggressione a Volto S. Luca del
17-07-05 ai danni di 5 compagni/e. Dalle prime informazioni il compagno è
stato immediatamente riconosciuto e aggredito (uno di questi, Guglielmo
Mancini, brandiva una grossa mazza), trovatosi in difficoltà è stato
costretto a fuggire a piedi, lasciando il motorino per terra. Dopo alcuni
minuti sono arrivate le volanti della polizia chiamate dallo stesso Mancini
e sul posto sono rimasti solo 3 dei 5 fascisti (magicamente da 5 diventano
3) e compare per terra un coltello che asseriscono fosse in possesso del
compagno e che lo abbia usato contro di loro (Mancini dichiara di essere
stato colpito ad una mano). In seguito le volanti prelevano nella loro
abitazione due compagni, mandate su indicazioni di Mancini. Uno dei
compagni in questura viene schedato e rilasciato, senza alcuna accusa, dopo
varie ore; l’altro con convalida d’arresto è tradotto in carcere a Montorio
con l’assurda e bizzarra accusa di detenzione illegale d’arma e aggressione
aggravata.
E’ INCREDIBILE : il 17 luglio vengono aggrediti/e 5 compagni/e da una
quarantina di nazi a Volto S. Luca, tutti armati (da qui 5 arresti tra i nazi
ai quali la polizia trova addosso o nel motorino vari tipi di armi).
Risultato? Un compagno con 150 punti, uno con costole e mandibola rotta,
una ragazza con lesioni di vario genere in tutto il corpo e i nazi dopo 3
mesi scarcerati con capi di imputazioni di semplici lesioni e gli altri 30
la digos NON riesce ad identificarli.
Fuori dalla questura un nutrito gruppo di compagni/e cercano d’avere
notizie del ragazzo arrestato ma vengono allontanati dalla polizia.
Contemporaneamente arrivano scortati Mancini e altri due per le
deposizioni, Kastorina (altro noto nazi di Verona) e i suoi seguaci NON si
sa per quale motivo NON essendo coinvolti nel fatto!
Poche ore dopo già le veline della polizia avvertono i giornalisti
compiacenti (L’ARENA e il CORRIERE DEL VENETO) i quali “processano” il
compagno mediaticamente come un “pazzo” accoltellatore del centro sociale
(i nazi in 5 e lui da solo), sbattendo il mostro sul giornale con NOME E
COGNOME!
E’ INCREDIBILE: per l’aggressione del 17 Luglio a Volto S. Luca gli stessi
giornalisti hanno omesso i nomi dei fascisti arrestati scrivendo solo le
iniziali!!! Gli stessi giornalisti, imbeccati dalla digos, con
l’aggressione a Volto S. Luca erano “perplessi” per le dinamiche e
tentavano spudoratamente di farla passare per una rissa tra opposti
estremismi, mentre oggi sono sicuri che i martiri nazisti hanno subito una
aggressione addirittura preceduta da una telefonata anonima!!!
NON CREDIAMO AD UNA SOLA PAROLA DI CIO’ CHE I PENNIVENDOLI AMMAESTRATI
DALLA DIGOS SCRIVONO SU UN COMPAGNO LA CUI UNICA COLPA E’ DI ESSERE
ANTIFASCISTA E DI DIFENDERSI DA 5 TEPPISTI FASCISTI. NON CREDIAMO ALLE
COSTRUZIONI DELLA POLIZIA AIUTATE FIN DAI PRIMI ISTANTI DA UN NOTO INFAME
RELITTO COME GUGLIELMO MANCINI E CAMERATI. NON CREDIAMO ALLE FOTO
“FAC-SIMILE” DI COLTELLI CONSEGNATI DAL FASCIO MANCINI, PER
L’ACCOLTELLAMENTO DEL COMPAGNO IL 17 LUGLIO NESSUNO HA PUBBLICATO O
RICOSTRUITO LA LAMA CHE VERAMENTE GLI HA PROCURATO 150 PUNTI E NON UNA
SBUCCIATURA AL DITINO!!!
ESPRIMIAMO LA MASSIMA SOLIDARIETA’ AL COMPAGNO IN GALERA VITTIMA DI INFAMIE
E FASCISMO.
Antifascisti/e veronesi
Tratto da:
http://italy.indymedia.org/news/2005/10/904331.php
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