Paolo Dorigo fra pochi giorni avrà compiuto il suo 12.mo anno di carcerazione in quanto riconosciuto colpevole, al termine di processo che nulla ha avuto da invidiare a quelli svolti dalla S. Inquisizione, che lo ha riconosciuto colpevole di un mero attacco dimostrativo alla base Usaf di Aviano.

Lui si è beccato 13 anni e 6 mesi di reclusione, ai piloti della Nato che invece hanno seminato terrore e morte in Serbia, solo il plauso dell'Occidente c.d. democratico.

Ma da quella base, di lì a qualche anno sarebbero anche partiti i rifornimenti atti a consentire lo sterminio di migliaia e migliaia di inermi irakeni.

La prima volta l'operazione ebbe il beneplacito del governo D'Alema, la seconda quella del governo Berlusconi, il mandante, in entrambi i casi, Mr. G.W. Bush.

In entrambi i casi l'unico partito politico ad opporsi fermamente alle suddette operazioni militar-imperialistiche fù il PRC.

Ad incastrare Paolo fù un delinquente comune, infiltrato ad arte dai Servizi fra i detenuti politici riconducibili alle B.R.

Ma "il pastocchio", "l'impostura", non passò inosservata alla Corte Europea per la difesa dei diritti dell'uomo che, stimolata dal ricorso dell'Avv. G. Pelazza, anch'egli comunista, inflisse una sonora condanna allo Stato Membro Italia per la clamorosa violazione dei principi che governano il giusto processo.

Divenuta esecutiva quella sentenza, ben tre risoluzioni interinali, l'ultima delle quali stimolata da altro difensore, anch'egli comunista, non sono bastate al Comitato dei Ministri presso il Consiglio d'Europa a far rispettare ed applicare in Italia quella sentenza che imponeva la ricelebrazione del processo a carico del Compagno in questione.

Ma uno Stato che non rispetta le Leggi Internazionali, come lo possiamo definire?

Semplice, uno Stato "fuori-legge" e perciò stesso delegittimato, al punto tale che pur di eludere il dictum europeo si è messo a legiferare in senso opposto, sancendo che dalla possibilità di ottenere revisioni in base alle sentenze della Corte Europea venissero escluse due categorie di condannati-cittadini italiani: i mafiosi ed i terroristi.

Avete capito bene, chi viene condannato, a seguito di processi sommari e senza alcuna garanzia, per reati di mafia o di terrorismo non ha diritto al giusto processo, come emendato dalla diessina Anna Finocchiaro.

Orbene, al momento della promulgazione di questa - chiamiamola - legge, l'unico caso suscettibile di immediata rivisitazione era proprio quello di Paolo Dorigo, militante comunista, marxsista, leninista, maoista, personaggio particolarmente inviso ad ogni tipo di regime che si è alternato al governo della nazione.

Perchè?

Perchè Paolo non elemosima grazie, pure propostegli, Paolo è colto, istruito in ogni branca dello scibile umano, è un puro, senza mezzi termini il più grande ideologo comunista vivente.

E poi è portatore di una piccola microspia che gli è stata installata nel condotto uditivo durante un intervento chirurgico a cui fù sottoposto anni fa, ovviamente da detenuto, allo scopo di carpirgli il pensiero, di monitorarlo e spiarlo giorno e notte.

Si perchè, come non bastasse l'enorme inguistizia patita, la detenzione di Paolo è stato un calvario tremendo, fatto di vessazioni, umiliazioni, pestaggi, torture psico-fisiche inenarrabili, allo scopo di farlo impazzire, col risultato che ad impazzire, ora, sono loro, i Servizi, e quant'altri suoi torturatori, visto che il momento della verità scentifica sull'introduzione della microspia è vicinissimo.

Solo che la storia di Paolo ora è conosciuta, per cui è impossibile sopprimerlo.

Quanti affermano che è un visionario lo fanno a dispregio di migliaia di pubblicazioni di ogni genere sul controllo del pensiero umano, non hanno mai voluto accettare la realtà perchè la temono, perchè si sentirebbero anche loro in pericolo.

Noi, viceversa, siamo un'umanità di spiati, intercettati, controllati, schedati, difficile ammetterlo ma è così.

Ecco allora che lo Stato borghese, attraverso i suoi servi, non trova nulla di meglio di un colpo di coda affidato ad un magistrato di sorveglianza di Venezia, peraltro incompetente da un punto di vista legale, per cancellare quella sia pur molto parziale giustizia ricevuta dal nostro Compagno il 25 marzo del 2005 da altro tribunale della repubblica.

Ecco allora che i rappresentanti  della delegazione permanente dello Stato Italiano presso il Consiglio d'Europa non trovano nulla di meglio che produrre delle esilaranti note difensive in cui evidenziano come all'epoca del processo Paolo avesse rivendicato quell'attentato.

Ma la verità totale, quella inequivocabile, è prossima e farà molto più male del "ripristinato" silenzio degli organi d'informazione.

A Paolo Dorigo la nostra più incondizionata solidarietà.

Lista Trupiano Anticarceraria- Napoli