LETTERA APERTA AL MINISTRO CASTELLI

            Signor Ministro,

la Sua lettera, con la quale ci chiede di “essere buoni” e di evitare  “contrapposizioni non volute”, ci lascia oltremodo perplessi, perché la S.V. probabilmente non prende in considerazione il fatto che:

Certamente  l’Amministrazione della Giustizia  in generale è in grave ritardo nella realizzazione dei percorsi formativi  e non vorremmo che questa sospensione fosse stato un modo per rendere tutti uguali, ed eliminare lo scontento dei colleghi giudiziari.

Signor Ministro, Lei assicura che l’Amministrazione Penitenziaria “profonderà il massimo impegno per intervenire presso gli organi istituzionali investiti della vicenda  per sostenere la legittimità di un percorso formativo che ha creato aspettative non solo nei confronti dei dipendenti, ma della stessa Amministrazione. “

Se Lei è intervenuto, non abbiamo dubbi che ciò avverrà.

Ma la sua assicurazione, Signor Ministro, per ora sono solo parole… 

VOGLIAMO I FATTI

Per questo, ci dispiace, ma siamo costretti a continuare nostro malgrado la lotta intrapresa, fino a quando non si vedrà la fine – a nostro favore - dell’intera vicenda.

Noi, le garantiamo, non ci agiteremo facendo “ammuine inutili” ma, proseguendo  lo stato di agitazione continueremo il blocco delle mansioni, a tutti i livelli e  non espleteremo compiti che non siano previsti dai rispettivi profili professionali.

Diamo mandato ai nostri legali di prevedere eventuali azioni legali

                                                                      Il Coordinamento RdB penitenziari

Roma, 10 giugno 2002