120 donne detenute, di cui
23 bambini e 13 madri, da “israele”
[questa
notizia in Francia fa scandalo, perchè lì non sono tornati ancora a Vichy,
mentre noi siamo già tornati alle torture dei repubblichini n.d.T. – “israele”
è scritto così per scelta del traduttore, Paolo Dorigo, l’autrice usava
scrivere “Israele”]
di Saed Bannoura,
IMEMC&Agencies
Domenica, 17 Aprile 2005 Giornata dei
prigionieri Palestinesi
La Associazione
dei Prigionieri Palestinesi rivela che “israele” ha arrestato nel 2004, 63
donne da diverse aree della Palestina, oltre a quelle che vivono da detenute e
residenti e le residenti che furono uccise con le armi.
I soldati hanno
arrestato anche 14 bambine sotto i 18 anni, le più giovani delle quali sono
Hiba Yaghmour, 14, che era stata colpita e ferita quando venne arrestata il 26
febbraio 2005, e Ghada Saber Abu Hmeid, 14, da Hebron, che venne arrestata il 5
Settembre 2004.
Dall’inizio del 2005 [al 17
aprile], 129 donne detenute sono state imprigionate nelle carceri e luoghi di
detenzione di “israele” e attualmente vi sono 120 donne detenute, incluse 13
madri e 23 minorenni, 15 donne detenute sono malate e hanno bisogno di
attenzione medica.
La detenuta Manal Ghanem, è
attualmente prigioniera con il suo bimbo che allatta, recentemente “israele” ha
arrestato Mirvat Taha, che era imprigionata con il suo bambino Wael, che era
nato in detenzione.
Decina di
attacchi contro donne detenute sono stati notiziati nel 2004; la polizia
“israele” ed i soldati le hanno spruzzate di gas dopo averle ripetutamente
colpite nelle stanze, ed imposto orrende procedure contro le detenute, numerose
detenute sono state ferite e riempite di lividi.injured and bruised.
Decine di
detenute erano punite, altre sono state obbligate ad attraversare denudate
l’ispezione corporea ed insultate.
Una certa quantità di donne detenute sono state poste in
stanze e sezioni destinate a donne prigioniere di “israele” detenute per accuse
criminali, le prigioniere di “israele” ripetutamente le attaccano.
La detenuta Iman Al-Ghazzawi, “I miei figli non riescono a riconoscermi”.
La detenuta Iman
Al-Ghazzawi, spiegò l’avvocato della Società dei Prigionieri, Hanan Al-Khateeb
che dopo che era stata arrestata, la sua figlia potè a visitarla per tre anni.
“I miei bambini non mi
riconoscevano, iniziavano a gridare quando mi vedevano, ciò mi fece dire che
mia figlia non riconosceva la sua stessa madre, ed io non potevo starle vicino
perché ci separava una barriera di plastica”, dice Al-Ghazzawi.
Al-Ghazzawi venne
arrestata quando suo figlio aveva 5 anni e mezzo e sua sorella Samah solo 4
anni.
Negligenza medica.
La detenuta
Manal Sabaghnah, di 19 anni, da Jenin, racconta l’avvocato Al-Khateeb che la
gran parte delle detenute è sofferente di diverse malattie e non riceve
attenzione medica nè cure.
“Non ci sono
specialisti nella detenzione, né ginecologi nella clinica carceraria, mentre il
dentista non visita spesso il carcere, e non cura le carie o
infezioni dentali, la sola medicazione sono le pillole
antidolorifiche”, dice Sabaghnah.
Numerosi detenuti stanno soffrendo per disturbi alla
vista, problemi spinali ernie e lombagie, come risultante dell’obbligo a stare
in cattive posizioni fisiche, della tortura durante gli interrogatori, in
aggiunta all’umidità delle stanze; soffrono il freddo e la mancanza di vestiti
pesanti [nel 2002 vietarono ad una detenuta di Neve Tirza di ricevere delle
manopoline di lana per posta ndT].
La detenuta Na’eema Nakhla, mdre di due bambini, che è
stata recentemente liberata, dice che ha avuto solo pillole antidolorifiche
nella detenzione in seguito ad un’asma, che si è negativamente aggravata e che
ha deteriorato le sue condizioni di salute.
Così, la detenuta Randa Al-Shahateet, da Doura vicino
ad Hebron, dice che era stata tenuta
legata e con gli occhi bendati, e pesantemente picchiata quando venne arrestata
10 mesi prima. Al-Shahateet fu arrestata quando era nella Moschea di Ibrahim ad
Hebron, ed era stata interrogata e torturata nel campo militare presso Hebron,
quindi venne trasferita in detenzione a Neve Tirza [Navi Tertsa] presso
Al-Ramleh.
Al-Shahateet è attualmente deprivata del diritto ai suoi
colloqui dopo che I soldati le avevano contestato di aver toccato il divisorio
durante la conta delle detenute.
La Associazione dei Prigionieri Palestinesi si è appellata
alla Croce Rossa, e alle organizzazioni umanitarie per interferire e porre fine
alle continue violazioni contro i prigionieri.
La associazione ha anche chiesto alla Autorità Palestinese
di esercitare pressioni internazionali per rilasciare i detenuti, e considera
il loro caso una priorità in ogni situazione politica.
http://imemc2.thinkhost.net/index.php?option=com_content&task=view&id=10477